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La nostra storia

La storia del museo e delle collezioni

Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma, costituito in gran parte dalla vasta ed a tema collezione privata di Evan Gorga, accoglie oggi circa tremila esemplari di varia epoca e provenienza, dei quali oltre ottocento sono esposti.

1865

Evangelista Gorga nacque da una famiglia di nobili origini. Grande appassionato di musica, aveva particolari doti canore e intraprese una folgorante carriera come tenore lirico, durata appena quattro anni. Nel 1889 si ritirò definitivamente dalle scene per dedicarsi al collezionismo. La sua collezione raggiunse il numero di circa 150000 pezzi, suddivisi in più di trenta sezioni, tra cui strumenti musicali e spartiti, lucerne, affreschi, bilance, giocattoli e oltre cinquemila libri. La passione per il collezionismo lo porterà a dilapidare il suo intero patrimonio e a contrarre ingenti debiti.

1911

Una selezione di 280 strumenti musicali della Collezione Gorga venne esibita per la prima volta al pubblico nel corso dell’Esposizione Internazionale di Roma nel 1911, organizzata per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Nel 1913, sempre a Castel Sant’ Angelo, venne inaugurato un “Museo storico musicale” che raccolse per breve tempo più di mille esemplari della collezione Gorga. Negli anni successivi le opere saranno conservate in dieci appartamenti affittati dal tenore in via Cola di Rienzo 275 ai quali potevano accedere studiosi e appassionati.

Una selezione di 280 strumenti musicali della Collezione Gorga venne esibita per la prima volta al pubblico nel corso dell’Esposizione Internazionale di Roma nel 1911, organizzata per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Nel 1913, sempre a Castel Sant’ Angelo, venne inaugurato un “Museo storico musicale” che raccolse per breve tempo più di mille esemplari della collezione Gorga. Negli anni successivi le opere saranno conservate in dieci appartamenti affittati dal tenore in via Cola di Rienzo 275 ai quali potevano accedere studiosi e appassionati.

1929

Il periodo 1929-1930, durante il quale il Gorga, dopo lunga e faticosa gestazione, diede alle stampe il suo opuscolo:” La mia Fondazione per la rinascita dell’arte lirica italiana” fu un momento particolarmente problematico per le collezioni. Sottoposte a sequestro amministrativo, vennero disperse tra i diversi appartamenti del tenore, vari depositi (dove parecchi pezzi furono trasportati per motivi di studio ed inventariazione) e le abitazioni dei creditori

1931

Diverse furono le vicissitudini che le raccolte musicali facenti parte della collezione Gorga attraversarono nel periodo 1929-1949, tra il sequestro amministrativo e la definitiva acquisizione da parte dello stato italiano. In questo tormentato periodo prese l’avvio un’intensa attività di studio che consentì di ricostruire le condizioni, talvolta anche estremamente critiche, in cui gli strumenti versavano. Venne istituita una commissione tecnica per l’analisi delle raccolte musicali il cui lavoro si svolse in particolare durante il triennio 1931-1934. Una prima stesura e copiatura dell’inventario generale della collezione Gorga era stata avviata già nel 1932

1948

Non vi sono documenti o notizie relativi al completamento del suddetto inventario. Nessun catalogo venne pubblicato prima di quello edito dal Poligrafico dello Stato nel 1948.

1949

Nel 1949, lo Stato acquisì le collezioni Gorga, stipulando una convenzione che prevedeva il pagamento dei debiti contratti e la concessione di un vitalizio all’anziano tenore. Gli strumenti, raccolti in casse, dopo essere passati tra molteplici depositi e magazzini di fortuna di svariati musei e palazzi storici, trovarono finalmente sistemazione nella Palazzina Samoggia, facente parte della dismessa Caserma Principe di Piemonte, una delle più grandi realizzate nella Capitale subito dopo l’Unità d’Italia.

1963

Nel 1963 le casse contenenti la collezione di strumenti musicali appartenuti al Gorga, vennero trasportati nella Palazzina Samoggia che era stata completamente liberata. Dal 14 novembre del 1963 e sino al 1973 il Ministero della Pubblica Istruzione incaricò ufficialmente Luisa Cervelli di seguire il riordino della collezione e l’allestimento del museo per accogliere ed esporre gli strumenti musicali. In quegli anni, venne anche acquisito quello che rimaneva della raccolta del celebre musicista veneziano Benedetto Marcello, passata ai conti Giusti del Giardino di Padova. Tra gli strumenti musicali alcuni esemplari unici come il pianoforte di Bartolomeo Cristofori, e il gruppo di cornamuti torti cinquecenteschi del bavarese Joerg Weier.

Nel 1963 le casse contenenti la collezione di strumenti musicali appartenuti al Gorga, vennero trasportati nella Palazzina Samoggia che era stata completamente liberata. Dal 14 novembre del 1963 e sino al 1973 il Ministero della Pubblica Istruzione incaricò ufficialmente Luisa Cervelli di seguire il riordino della collezione e l’allestimento del museo per accogliere ed esporre gli strumenti musicali.

In quegli anni, venne anche acquisito quello che rimaneva della raccolta del celebre musicista veneziano Benedetto Marcello, passata ai conti Giusti del Giardino di Padova. Tra gli strumenti musicali alcuni esemplari unici come il pianoforte di Bartolomeo Cristofori, e il gruppo di cornamuti torti cinquecenteschi del bavarese Joerg Weier.

1974

I lavori di ristrutturazione della Palazzina Samoggia, iniziati nel 1971, terminarono nel 1974 con l’inaugurazione del Museo degli Strumenti Musicali. Dal 1974 al 1984 la direzione del museo fu affidata a Luisa Cervelli. Il 1° ottobre del 1984 raggiunse il pensionamento per i limiti di età chiedendo di poter essere presente nel museo fuori ruolo per continuarne a seguire le ricerche, acquisizioni, donazioni. Nel 1994 venne pubblicato il volume “La Galleria Armonica” risultato del lungo lavoro di ricerca di Luisa Cervelli.

OGGI

Dalla sua inaugurazione nel 1974 la già ricchissima raccolta del museo, che si estende lungo un arco cronologico di oltre duemila anni, è stata ulteriormente ampliata con l’acquisizione di rarissimi e preziosi esemplari come l’Arpa Barberini. Le più recenti acquisizioni sono esposte in un nuovo allestimento che vi guiderà nel corso dei lavori che stiamo realizzando per rinnovare il museo: il violino di Andrea Amati, il pianoforte Pleyel di Palazzo Torlonia e una parte della collezione di bassi elettrici concessi da Pablo Echaurren, vi sono presentati in dialogo con gli straordinari strumenti della collezione di Gennaro Evangelista Gorga. Lo spirito è quello di realizzare un museo per tutti a partire dalle giovani generazioni.