Figura leggendaria della liuteria bresciana, tra le più insigni del suo tempo, Gasparo da Salò fu strumentaio bresciano le cui opere, secondo gli esperti, ancora oggi rivaleggiano per potenza di volume e timbro con gli strumenti ad arco costruiti da Stradivari. Notizie non confortate da fonti documentali lo riportano come figura fondamentale nella formazione di Andrea Amati, circa l’apprendimento dei segreti della costruzione degli strumenti ad arco. Il contrabbasso esposto presso il MNSM in origine doveva essere un violone di basso a sei corde (di cui, pare, Gasparo stesso fosse suonatore provetto) convertito successivamente in contrabbasso a tre corde. Il manico dello strumento è stato infatti cambiato ed oggi presenta, al posto dei tradizionali piroli di legno, una meccanica in metallo per l’intonazione delle corde, che porta la firma di “Carlo Vannozzi, Padova”, risalente al XIX secolo. Il riccio invece - che per gli strumenti ad arco è uno dei tratti distintivi della mano di un artigiano - è originale di scuola bresciana del ‘500 e se ne trova conferma nel nome di Gasparo da Salò posto nel cartiglio interno alla cassa. Secondo il rapporto di restauro a cura di Luigi Ottaviani risalente al 2006, di strumenti come questo ne esistono cinque o sei al mondo ma il contrabbasso esposto al MNSM è l’unico a conservare il suo riccio originale. Gli strumenti di Gasparo da Salò sono particolarmente apprezzati tra gli esecutori e cultori del repertorio antico per le loro caratteristiche timbriche, ritenute da molti, ineguagliabili.
Contrabbasso costruito a Brescia da Gasparo da Salò nel XVI secolo.
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