Tromba marina di autore anonimo costruita in Italia nel XVII secolo.
Il monocordo (o tromba marina) è strumento di antiche origini; in un primo tempo era di dimensioni più piccole e veniva suonato impugnandolo con il fondo rivolto verso l’alto. In seguito crebbe di dimensioni fino a dover essere poggiato con la base in terra e suonato inclinato, col cavigliere poggiato sulla spalla sinistra dell’esecutore. Caratteristico è il ponticello che poggia su un solo piedino mentre l’altro vibra liberamente sfiorando il piano armonico e comunicando così le vibrazioni alla cassa, all’interno della quale in esemplari settecenteschi possono trovare posto fino a cinquanta corde che vibrano per simpatia. L’archetto strofina la corda sempre nel tratto fra il punto tastato dalla mano ed il capotasto. Il corpo è dogato a sei facce con piano armonico piatto; termina con una base larga semipoligonale e senza fondo; il manico lungo e senza tasti termina con un cavigliere che mostra al suo apice una testina di bue scolpita e regge un unico pirolo per la sola corda di cui è armato. Esemplari con la cassa dogata a sei facce come questo sono rari; uno si essi trova al Museo di Basilea. (Descritto e catalogato anche in L. Cervelli, “La galleria armonica”, pg. 210).