Arciliuto costruito a Venezia da Marx Unverdorben nel XVI secolo.
Lo strumento ha il corpo costituito di doghe alternate in ebano e avorio graffito a disegni ornamentali; il manico sul retro è ornato di strisce d’avorio graffito alternate all’ebano; i piroli sono d’avorio e il cavigliere superiore è del tipo “laterale”, cioè decentrato rispetto all’asse dello strumento. Il piano armonico è ornato di rosetta intagliata a traforo. L’autore, Max Unverdorben, liutaio di grande valore, era attivo a Venezia nella prima metà del sec. XVI. Non se ne hanno notizie biografiche, le sue etichette sono sempre prive di data e anche i suoi strumenti sono andati purtroppo dispersi col tempo. Gli unici ancor oggi esistenti sono un liuto al Museo Nazionale di Praga e questa tiorba del Museo di Roma. A proposito di quest’ultima bisogna osservare che, ad un attento esame, lo strumento sembra tutto assolutamente originale, tuttavia una tiorba datata alla prima metà del ‘500, oltre ad entrare in contrasto con il gusto musicale dell’epoca, sarebbe un caso unico in quanto è opinione comune che questo strumento sia apparso in Europa non prima del 1570. Potrebbe dunque trattarsi di un liuto trasformato in tiorba (cfr. L. Cervelli, Brevi note sui liutai tedeschi attivi in Italia dal secolo XVI al XVIII, in: “Studien zur italienischen-deutschen Musikgeschichte”, V, 1968, p.323).