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CROMORNO A UNA CHIAVE GRANDE BASSO, JEORG WEIR, SEC. XVI

Gli strumenti fanno parte di un gruppo di sette cornamuti torti provenienti dalla Collezione di Benedetto Marcello ed ora nel Museo degli Strumenti Musicali, tutti di identiche caratteristiche stilistiche e costruttive, con identico marchio a fuoco. Sono quindi tutti da attribuire a Jeorg Weier, attivo a Memingen nella prima metà del secolo XVI, la cui firma figura su uno solo degli esemplari, il cromorno torto contrabbasso. CROMORNO A UNA CHIAVE GRANDE BASSO, Inv. 2803 CROMORNO A UNA CHIAVE BASSO, Inv. 2804 CROMORNO TENORE UNA CHIAVE, Inv. 2805 CROMORNO A UNA CHIAVE, Inv. 2806 CROMORNO CONTRALTO, Inv. 2807 CROMORNO SOPRANO, Inv. 2808 CROMORNO SOPRANO, Inv. 2809

Inventario Museo Nazionale degli Strumenti Musicali
2803
Catalogo generale OA
1200096607
Famiglia
Strumenti a fiato
Tipologia
CROMORNO CONTRABBASSO ESTESO
Periodo / Anno
Sec. XVI
Ambito Culturale
Germania, Memminger
Autore/Attribuzione
Jeorg Weir
Materiali
Legno di bosso; ottone
Misure in cm. (largh./alt./lungh.)
35.5; 138
Luogo di conservazione
Esposto in MNSM Palazzo Samoggia, Roma

Cromorno contrabbasso realizzato in Germania da Jeorg Weir nel XVI secolo.

Il cromorno ha una capsula con una doppia chiave a farfalla, coprichiave in ottone graffito, diversi fregi, fra cui il profilo di un volto, e 12 forellini. Sotto la capsula, che è priva di anello in ottone alla base, sono intagliati nel legno 4 anelli che circondano il tubo. Ha in tutto 4 chiavi di cui 2 a farfalla e 2 a scivolo. Sebbene la firma sullo strumento in cartiglio sia chiarissima, l’autore è citato da Langwill e da altri studiosi come “Wier”. Fu attivo a Memmingen nella prima metà del secolo XVI; altri suoi due cornamuti (cromorni) torti, datati 1522, si conservano al Museo di Vienna. Lo strumento fa parte di un gruppo di sette cornamuti torti dello stesso autore provenienti dalla Collezione di Benedetto Marcello ora nel Museo degli Strumenti Musicali, tutti di identiche caratteristiche stilistiche e costruttive, con identico marchio a fuoco. La firma di Jeorg Weir figura solo su questo esemplare. (Descritto e catalogato anche in L. Cervelli, “La galleria armonica”, pg. 242).